Home Page > Blog > Facebook e Google contro pubblicità e notizie false

Facebook e Google contro pubblicità e notizie false

Pubblicità ingannevole, fake news, annunci falsi: è una vera e propria battaglia quella mossa da Google e Facebook contro le bufale che circolano online e sui social. I due colossi del mondo digitale sono più che mai intenzionati ad arginare la disinformazione e le truffe che dilagano in rete, mettendo un freno alla diffusione di notizie fuorvianti o addirittura totalmente inventate. Ecco una panoramica degli interventi messi in atto.

 

Google rimuove 1,7 miliardi di annunci “tossici”
Big G ha emesso il Bad Ads Report, un rendiconto delle azioni intraprese per contrastare inserzioni, siti e utenti ingannevoli. Google ha lavorato per individuare e rimuovere tali contenuti, ritenuti inappropriati e colpevoli di compromettere l’esperienza online degli utenti. In particolare, l’azienda ha rimosso:

  • Annunci che promuovono attività prodotti illegali, soprattutto attività di pubblicità di prodotti farmaceutici che violano le norme sanitarie (oltre 68 milioni) e di promozione del gioco d’azzardo senza le adeguate autorizzazioni istituzionali (rimossi oltre 17 milioni di annunci).
  • Annunci fuorvianti e offerte irrealistiche che cercano di ottenere click e visualizzazioni attraverso informazioni false, allarmando e truffando gli utenti (più di 80 milioni di annunci rimossi).
  • Annunci pericolosi su mobile che inducono a scaricare un’applicazione non richiesta (disabilitate oltre 23.000 inserzioni self-clicking).
  • Annunci che cercano di aggirare il sistema di rilevamento, come i tabloid cloaking cioè annunci che si spacciano per notizie facendo spesso leva su temi di attualità (rimossi quasi 7 milioni di pubblicità, sospesi oltre 1300 account).
  • Annunci trick to click che spesso compaiono come avvertimenti del sistema operativo per indurre gli utenti a cliccarci, scaricando un software dannoso o un malware (rimossi 112 milioni di annunci, sei volte di più rispetto al 2015).

Nel 2016 Google afferma di aver rimosso in totale, quindi, 1,7 miliardi di annunci che infrangevano le sue policy, più del doppio rispetto all’anno precedente. L’azienda di Mountain View non si è limitata solo a rimuovere i contenuti non in linea, ma ha anche:

  • Esteso i suoi regolamenti con l’obiettivo di proteggere ulteriormente i consumatori da offerte predatorie, intervenendo direttamente contro i proprietari dei siti che pubblicano contenuti ingannevoli.
  • Rafforzato le sue tecnologie per individuare e rimuovere in modo più efficace e veloce la pubblicità pericolosa.

 

Controllo incrociato delle notizie
I due colossi del web e dei social hanno stretto una collaborazione importante volta ad arginare la disinformazione online. Google ha dato vita a CrossCheck (letteralmente controllo incrociato), una piattaforma che verrà lanciata in Francia il 27 febbraio e che continuerà a funzionare durante tutto il periodo delle elezioni. Ciò per evitare che quanto è accaduto negli USA in occasione delle elezioni presidenziali possa ripetersi anche in Europa.
CrossCheck sarà un sito web dove il pubblico potrà segnalare i contenuti fuorvianti –  siano essi articoli, fotografie, video, meme, thread di commenti o veri e propri siti web – chiedendo una verifica a cura dei media partner aderenti – testate locali, giornalisti e organi di stampa che metteranno a disposizione la propria esperienza, le proprie risorse e le conoscenze regionali per velocizzare e rafforzare il processo di verifica. Per svolgere tale analisi e individuare le potenziali news virali false verranno utilizzati dati e strumenti forniti direttamente da Google e Facebook. Tutte le domande di verifica dei contenuti sottoposte e le relative risposte saranno pubblicate sul sito ufficiale dell’iniziativa e saranno accessibili al pubblico.
Anche Facebook sulla sua piattaforma ha lanciato misure specifiche contro le notizie false: gli utenti che desiderassero condividere un contenuto malevolo e dubbioso visualizzeranno un messaggio di avviso in riferimento al post contestato. La visibilità di tali post verrà declassificata nel news feed del social.