La tecnologia, anche per quanto riguarda la ricerca online, è in continua e incessante evoluzione; il suo sviluppo tende a una sempre maggiore intuitività e questo sta cambiando radicalmente il modo con cui gli utenti vi interagiscono. Essi, infatti, stanno cambiando il loro modo di porsi con essa e di utilizzarla, rivolgendovisi come se fosse una normale conversazione con un’altra persona: ecco, allora, che anche nella ricerca subentra l’utilizzo di un linguaggio conversazionale, più naturale, e l’utilizzo della prima persona verbale, ricordando il modo in cui di solito si chiede un consiglio a una persona fidati.
Ma cosa sta succedendo di preciso? È un cambiamento importante, una svolta netta verso quelle che Google stesso chiama le ricerche conversazionali. A spiegarlo è Sara Kleinberg, Head of Ads Research and Insights di Google, sul blog ufficiale dell’azienda di Mountain View:
Gli utenti utilizzano sempre più spesso query di ricerca conversazionali, che consentono loro di formulare domande più mirate, specifiche e pertinenti a livello personale sui prodotti e servizi a cui sono interessati. In questo modo, non solo riescono ad andare subito al nocciolo della questione, ricevendo risposte rapidamente e in modo efficiente, ma si sentono anche più sicuri di ottenere esattamente ciò di cui hanno bisogno.
Quello delle ricerche conversazionali può dirsi un trend relativamente nuovo, ma in costante e importante crescita; basti pensare, infatti, che se fino a 2 anni fa gli utenti – per trovare ciò che cercavano – utilizzavano query di ricerca molto più semplici e funzionali (in genere scrivevano il nome del prodotto o del servizio d’interesse), oggi invece formulano domande più specifiche, con un linguaggio conversazionale.
A dimostrarlo sono gli stessi dati presentati da Google, i quali mostrano che negli ultimi 2 anni:
Le query di ricerca conversazionali vengono utilizzate dagli utenti formulando domande specifiche in riferimento a moltissime categorie di prodotti e servizi, e in particolare a:
Le implicazioni delle ricerche conversazionali degli utenti per un’azienda che ha attivato una precisa strategia di marketing online sono chiare: gli utenti esprimono in modo evidente le loro necessità mediante query di ricerca conversazionali, oppure le celano dietro domande che – a primo avviso – possono sembrare richieste di consiglio; in entrambi i casi, è necessario che l’azienda crei risposte in grado di soddisfare tali esigenze in tutte le loro sfumature. Quello che devono impostare, quindi, è ciò che Giorgio Nardone – psicologo e psicoterapeuta, grande studioso del linguaggio persuasorio – chiama dialogo strategico.
Per impostare un dialogo strategico che sappia rispondere alle domande dell’utente – captando le sue ricerche conversazionali – e portarlo alla conversione online è necessario 3 semplici regole:
Oltre all’impostazione di un dialogo strategico online, tuttavia, è necessario che un’azienda comunichi seguendo quelle che sono le stesse caratteristiche di utilizzo della tecnologia da parte dell’utente. Conclude, infatti, Kleinberg di Google:
Dato che i consumatori utilizzano la tecnologia con sempre più disinvoltura, è consigliato utilizzare un linguaggio più naturale e creare esperienze intuitive per tutti i propri touchpoint digitali.
Quali saranno i prossimi sviluppi delle ricerche conversazionali? Come cambierà il mondo della Search? Per rimanere aggiornato sulle ultime novità sul tema e sulle news da Google, continua a seguirci sul nostro blog e sulla pagina Facebook!
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